Angkor

Dal 17 al 21 Febbraio 2014
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"La guida di Angkor rivisitata" di Maurice Glaize è sicuramente la miglior guida che uno può consultare. Lui ha contribuito alla ricostruzione di molti monumenti ad Angkor nel periodo tra il 1936 – 1945 quando fu il capo del sito. E' considerato uno dei "padri" di Angkor.

Il periodo Angkoriano va dal IX al XV secolo. In quel periodo i re hanno portato al massimo splendore la città che glorifica il loro potere ed esprime la loro religione che è il sincretismo, una religione a metà tra il buddismo e l'induismo. La trinità suprema, Brama, Visnu e Siva è rappresentata in molti templi innalzati in loro onore. In ogni monumento di Angkor c'è l'ordine simbolico dell'universo. Forse per merito degli astrologi partecipi insieme agli architetti e sacerdoti alla scelta del luogo di ogni singolo impianto, anche il visitatore odierno avverte la magia. Non si può non rimanere incantati di fronte alla bellezza di questo genere. Il luogo emana la potenza e l'armonia.

Il ponte che porta ad Angkor Tom

Tre giorni dedicati all'esplorazione del sito hanno soddisfatto il nostro interesse del turista accompagnato con la guida che era utile, ma non necessaria. Al mattino del primo giorno, passando davanti ad Angkor Wat che era già "occupato" dalle orde maggiormente formate dal popolo cinese, siamo andati a visitare Angkor Thom (La Grande Città). Maestosa entrata, la porta alla quale si arriva attraversando un ponte che ai due lati ha dei giganti che tengono in mano il serpente, è stata la prima e indimenticabile immagine. La strada nella foresta conduce al famoso Bayon, il tempio buddista composto da 54 torri, ogni torre ha 4 facce che guardano verso i quattro punti cardinali. Molto suggestivo visto da terra e ancora di più dal dorso del elefante sul quale si può fare il giro intorno al tempio. Mi sono divertita tanto a guardare, sorridere e salutare i turisti che scattavano le foto di noi due sull'elefante. Ho detto al mio marito: "Caro, ci hanno scambiati per Angelina Jolie e Brad Pitt!"

La parte più importante di Angkor Tom è Bayon Sul dorso di un elefante Una delle 54 torri di Bayon

Approfittando della pausa pranzo, l'orario quando i siti si svuotano, abbiamo visitato Angkor Wat in santa pace, soffrendo di caldo e apprezzando la tranquillità. Straordinari bassorilievi di questo monumento eretto in XII secolo in onore di Visnu, non si possono descrivere. Siamo tornati al tramonto quando la luce valorizza ancora di più il luogo, permettendo di scattare le foto ancora più belle che comunque non rendono, confrontandole con la realtà vista e vissuta. Avete capito? E' da vedere di persona.

La vista al cortile interno di Angkor Wat Angkor Wat con un grande soriso

Tà Prohm è il tempio del Piccolo Circuito, lasciato come esempio nello stato naturale, inghiottito dalla giungla. I primi esploratori hanno trovato così anche il resto del sito prima del disboscamento. Giganteschi alberi con le loro radici penetrano tra le pietre, distruggendo la struttura, e a volte la sostengono. E' uno spettacolo affascinante che ha fatto anche la parte nel film di Tomb Raider.

Un albero che ha inghiottito un monumento di Tà Prohm Tempio di Tà Prohm Si può giocare anche a nascondino

Il monumento fuori circuito, molto bello è Banteay Srei (Cittadella delle Donne). E' un gioiello dell'arte khmer fatto in arenaria rossa. Scene scolpite sui muri del santuario e delle biblioteche che ne fanno parte raccontano le storie e le leggende ispirate e dedicate a vari dei. Questo posto meraviglioso è stato l'ultimo dei templi che abbiamo visitato ad Angkor. Stavo per scrivere il più bello, ma ho cambiato l'idea, è molto difficile fare la classifica nel caso di questo sito.

Banteay Srei, la Cittadella delle Donne Una donna scolpita Un basso rilievo di un tempio di Banteay Srei

Il trekking per raggiungere il fiume dei mille linga (un fusto cilindrico in pietra con gli spigoli arrotondati in cima, simbolo divino) non dimenticheremo sicuramente. Abbiamo fatto un bagno sotto la cascata che ci ha resi euforici dalla gioia. Si sa che l'acqua purifica e rigenera, a volte anche illumina. Di sicuro ci ha resi felici.

Devo nominare anche altri due posti che ci hanno resi felici, due ottimi ristoranti francesi a Siem Reap. Uno è Abacus e l'altro Cuisine Wat Damnak's. Per me il secondo è stato il migliore, eccellente direi e per mio marito il primo. Vi consiglio di provare entrambi.

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